«Accadde delle mattinate della mia infanzia con Lucia, mia
nonna, a passeggio per le strade, le piazze, le rive e i caffè di una Trieste
antica, tersa e pulita, veneta e italiana ma anche slava, greca, austriaca e
giudea. Quanto so della mia famiglia, della “guerra”, dei mestieri, delle
religioni, della bora e di Svevo l’ho imparato in quei luoghi, dalla nonna.
Oggi l’ho solo compreso.»
Il romanzo, frutto dei ricordi dell’autore e di
quanto appreso da nonna Lucia, racconta uno spaccato di vita familiare in un
periodo storico difficile per l’Italia e, tanto più, per gli ebrei triestini.
Sono pagine in cui si alternano ansie e paure di bambini che scoprono
l’universo che li circonda, sono pagine attraversate da sogni e aspettative,
dal passare delle stagioni, dai volti dei familiari e dei compagni, pagine in
cui sfila una colorata galleria di personaggi, di affetti, di abitudini dal
sapore antico, di usanze ormai scomparse, pagine in cui le esperienze positive
restano piacevolmente nella memoria e ripensarle procura gioia e dove i ricordi
dolorosi sono, fortunatamente, attenuati dal tempo. (dalla Prefazione di Antonio Trani)
Pierpaolo Guastalla vive e lavora a Trieste, dove è nato nel 1952. Dirige la Radiologia pediatrica presso l’Istituto per l’infanzia “Burlo Garofolo” ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Questa è la sua prima esperienza nel campo della narrativa.