«È bello poter camminare assieme, soprattutto quando di attende chi segue a stento. È bello poter nuovamente sorridere, e vivere a tutto tondo.»
Si parla di povertà, in queste pagine, di emarginazione, di
«sotterranei di storie dimenticate», di vite in salita. Come va declinata,
allora, la fiducia e la speranza che don Mario Vatta elargisce a piene mani
negli articoli qui raccolti, scritti dal dicembre del 2000 ad oggi?
È un gesto
di coraggio. Limpido e determinato. Lo stesso richiesto ad uno sguardo che non
si sposta davanti a ciò che appare inguardabile. Che non si rifiuta di vedere.
Lo stesso sguardo che da più di quarant’anni don Mario Vatta rivolge ai deboli,
a chi non ha voce, ai giovani, ai dimenticati. «La nostra gente», ama ripetere.
Mario Vatta, nato nel 1937, sacerdote da cinquant’anni, è fondatore della Comunità di San Martino al Campo. Autore di numerosi articoli e interventi su temi sociali, ha già pubblicato il volume autobio-grafico L’anello al dito. Una vita sulla strada (Ed. Gruppo Abele, 1995) e, con LINT, Sa wada, sa wada, fada (2004), Buona domenica. Trieste, volti e storie (2010) e Il cammino accanto. Ancora buona domenica (2012).