Un libro fatto di voci e immagini: quelle di Freud, Weiss, Federn, Svevo, Groddeck, Joyce, Jung, Voghera, Bazlen, Stuparich, Musatti, Saba e Nathan, che risuonano e si specchiano nelle pagine di questo testo originalissimo – saggistico e teatrale al tempo stesso – attraverso il quale Anna Maria Accerboni ricostruisce puntualmente il loro ruolo e quello della città di Trieste nella fondazione della psicanalisi in Italia.
Voci e immagini – rare, spesso inedite – che ci aprono la vista sullo scenario irripetibile di una città che è stata porta d'accesso e porto di scalo della cultura del Novecento.
Anna Maria Accerboni Pavanello, storica della psicanalisi, ha insegnato Psicologia dinamica all'Università di Trieste e ha scritto numerosi saggi apparsi su riviste italiane ed estere e in volumi collettanei.